Laboratorio orizzonti blu

Referente Progetto: Alice Toccacieli
Qualifica: Regista e formatrice teatrale, counselor in formazione

Dove si è svolto

Comune di Cagli e Provincia Pesaro Urbino

Ente promotore o patrocinante

Cooperativa sociale Utopia – Comunità Acquaviva – Sostegni: ATS 3 – Comunità Montana Catria e Nerone – Cooperativa La Macina – Regione Marche

Contesto

Il contesto di riferimento è quello del disagio psichico adolescenziale.

Come raccontato al punto precedente però l’intenzione è quella di far dialogare le persone che si trovano all’interno della comunità con il mondo esterno e soprattutto di fare sì che esse possano occupare uno spazio pubblico di espressione e creatività che non sia uno spazio ghetto, ma uno spazio condiviso. Che è un po’ come dire:” Noi così detti malati, disfunzionali, disagiati etc siamo irremovibili, non potete rimuoverci, nasconderci, cancellarci e solo attraverso noi potete scoprire chi siete”.

Bisogni/necessità cui fa fronte il progetto

Il progetto fa fronte alla necessità delle persone della comunità come di altre persone che fanno il laboratorio fuori in altri contesti, di esprimersi fuori dal ruolo, dai ruoli assegnati, di prendere contatto con se stesse e la propria creatività, divertirsi, sconfiggere la pulsione di morte, parlare di sé. Condividere uno spazio della relazione non marcato dalle convenzioni sociali. Esserci.

Descrizione dei beneficiari/utenti

Lə benediciarə e utentə del progetto sono le persone adolescenti tra i 14 e i 18 anni della casa Orizzonti Blu della comunità per minori psichiatrici Acquaviva di Cagli (Cooperativa Utopia). In un primo momento erano coinvolti anche le bambine, i bambini e ragazzə tra gli 8 e i 14 anni della Casa Lupo Rosso che si trova al piano superiore della stessa comunità (partecipavano in gruppi separati), ma poi si è deciso di focalizzarsi solo sulla casa Orizzonti Blu. Insieme a loro altri beneficiari sono la conduttrice Alice Toccacieli, le figure che ruotano attorno alla comunità, principalmente operatrici e operatori, psicologhe/i etc, ma anche tutte le persone che in vario modo incontrano il lavoro. La presenza delle persone del laboratorio di Orizzonti Blu in eventi e contesti della cultura entro i quali loro agiscono la pratica alla pari con gli altri, “quelli di fuori” e non in quanto soggetti psichiatrici svantaggiati, fa dei presenti a loro volta dei beneficiari indiretti del progetto, perché solo grazie e in virtù di questa presenza, si può iniziare ad ampliare l’immaginario di una altra comunità possibile.

Obiettivi

Lə benediciarə e utentə del progetto sono le persone adolescenti tra i 14 e i 18 anni della casa Orizzonti Blu della comunità per minori psichiatrici Acquaviva di Cagli (Cooperativa Utopia). In un primo momento erano coinvolti anche le bambine, i bambini e ragazzə tra gli 8 e i 14 anni della Casa Lupo Rosso che si trova al piano superiore della stessa comunità (partecipavano in gruppi separati), ma poi si è deciso di focalizzarsi solo sulla casa Orizzonti Blu. Insieme a loro altri beneficiari sono la conduttrice Alice Toccacieli, le figure che ruotano attorno alla comunità, principalmente operatrici e operatori, psicologhe/i etc, ma anche tutte le persone che in vario modo incontrano il lavoro. La presenza delle persone del laboratorio di Orizzonti Blu in eventi e contesti della cultura entro i quali loro agiscono la pratica alla pari con gli altri, “quelli di fuori” e non in quanto soggetti psichiatrici svantaggiati, fa dei presenti a loro volta dei beneficiari indiretti del progetto, perché solo grazie e in virtù di questa presenza, si può iniziare ad ampliare l’immaginario di una altra comunità possibile.

Metodologia e strumenti adottati

La metodologia e gli strumenti adottati sono quelli propri del laboratorio teatrale e performativo: giochi di relazione con corpo e spazio, lavori di attenzione all’ambiente, ai suoni e ai compagni, espressività, improvvisazione, co-costruzione di storie e scritture performativa.

Vale tutto. Tutto quello che si può usare, si usa e soprattutto, il nostro strumento principale è l’attenzione al luogo dove ci troviamo, alle persone con le quali condividiamo la pratica e a ciò che succede. Lavorare in contesto come quella della comunità terapeutica per minori psichiatrici chiede al lavoro di essere fluido, di sapersi ripensare secondo per secondo, di non essere ideologico e impositivo e di conseguenza lo rende costantemente aperto a soluzioni impreviste. Questo per chi conduce è un grande esercizio di discesa dal ruolo di potere, ma anche di creatività, laddove per creatività non intendiamo il prodotto della mente del genio che cala in mezzo al popolo per ammaliarlo, ma la possibilità di rilanciare con ciò che accade nel momento presente. Questo è l’aspetto forse più fenomenologico della pratica, che non ti permette di stare altrove, o di scollegarti da quello che c’è sul campo. Non è quello che avevamo pensato a casa, ma può comunque essere qualcosa di prezioso.

Descrizione

Il progetto di laboratorio teatrale ORIZZONTI BLU, a cura di Alice Toccacieli è iniziato nel 2019 con un finanziamento della Regione Marche per APS e ADV delle aree interne. Del T.I.R Teatro Instabile Rurale facevano parte diverse realtà del sociale, cooperative, centri diurni, scuole, teatri, associazioni giovanili. Si sono realizzati 12 laboratori teatrali, di cui 3 tenuti da Alice Toccacieli.

Il laboratorio rivolto ə abitantə della Casa Orizzonti Blu della Comunità terapeutica per minori psichiatrici Acquaviva di Cagli era uno di questi e una volta concluso il TIR si è deciso di proseguire. Fin dall’inizio la pratica del teatro si è confrontata con la specificità del luogo e də componentə del gruppo: i contesti del disagio psichico minano continuamente i dispositivi immaginati dalla conduttrice, innescando una necessità di riadeguamento al campo che non può mai essere persa di vista, pena il naufragio di ogni “buona proposta”.

Capita che il lavoro strutturato a casa sia tutto sbagliato, o colga punti di contatto diversi da quelli immaginati e questo è uno dei migliori esercizi di creatività e contro il narcisismo che chi si occupa di arte può trovarsi di fronte.

Questa contingenza orienta la pratica in senso fenomenologico. Un’attenzione che guida l’approccio al lavoro fin dall’inizio è quella di considerare il laboratorio della comunità come un tassello di una mappa più ampia che il lavoro di Alice Toccacieli e dell’Associazione culturale Luoghi Comuni (fondata a Fermignano-PU con Yuri Punzo nel 2014) porta avanti sul territorio.

Questo tessuto di pratiche genera una geografia di comunità che si riconoscono in un teatro fatto di voglia di stare insieme, gioire, fare esperienza della propria diversità attraverso gli altri, scoprire il proprio piacere e portarlo nella vita di tutti i giorni, creare relazioni che riconoscono e sostengono i desideri. La connessione tra i gruppi ha fatto sì che il laboratorio sia rimasto aperto anche durante la pandemia.

Questo è possibile grazie alla dott.ssa Lucia Micheli e a tutto il personale che crede fortemente in una certa visone della comunità che è nel mondo e del mondo, per questo ogni volta che si sono create le condizioni ə partecipantə del laboratorio hanno collaborato alla realizzazione di eventi esterni alla comunità: presentazioni di libri, letture, performance, cabaret on-line, laboratori, campagna contro la violenza di genere, flash-mob. Soprattutto hanno co-costruito le storie di BLUE HOUSE, progetto performativo per il digitale di Alice Toccacieli, selezionato per Marche Palcoscenico Aperto, cartellone di AMAT e Regione Marche che durante il lock-down ha raccolto oltre 60 eventi performativi. ə ragazzə sono intervenuti alla presentazione del progetto e del video on-line, condividendo lo spazio di parola con critici, artisti, altri partecipanti del progetto e amici.

La stessa esperienza è stata portata a Felino, a I Giorni dell’Alambicco, Festa del Teatro di Comunità ad Agosto 2021. Dopo la pausa estiva il laboratorio è ripreso con il proposito di portare i nostri incontri settimanali (di un’ora e mezza) al centro di aggregazione giovanile di Cagli, ed aprirli ad altrə adolescentə tra i 14 e i 18 anni. Questo ulteriore step dovrà confrontarsi con tanti fattori. La composizione del gruppo può variare: alcune persone vengono dimesse e altre vengono accolte. Perciò è importante che il gruppo mantenga e tramandi lo spirito del lavoro aldilà də componentə specifici.

Attività svolte o in corso

Come anticipato al punto 2 il laboratorio della casa Orizzonti Blu, nasce all’interno del TIR, Teatro Instabile Rurale e già in quel contesto il lavoro svolto all’interno della comunità ha colloquiato con quello degli altri partners del progetto attraverso la costruzione di azioni partecipate che si sono svolte durante tutta la durata del progetto. In particolare durante le giornate aperte della comunità, il gruppo ha accolto ospiti, amici e addetti ai lavori proprio nel giardino della casa dove lavoriamo.

Successivamente il lavoro è proseguito grazie al progetto CREATIVAMENTE (Regione Marche – Politiche Giovanili), così anche durante la pandemia si è potuto continuare a lavorare. Il laboratorio si è tenuto a cadenza regolare da Settembre 2020 a Giugno 2021, una volta a settimana, con incontri della durata di un’ora e mezza ciascuno, proseguendo, quando reso necessario dalla situazione covid-19, in modalità telematica a distanza.

In particolare la proposta si è strutturata attraverso la pratica della co-costruzione di storie, ovvero una costruzione collettiva di storie a partire da esperienze ed esperimenti performativi di osservazione, immaginazione e poesia. Siamo partiti dall’individuazione di alcuni personaggi simbolici tratti da libri, albi illustrati o serie tv (ex: la Bambina di Vetro, la Ragazza Rondine, il Barone Rampante, Ava, la non bruciata, la Ragazza dell’Apocalisse etc) e da questi siamo partiti per un primo “studio di personaggio” condotto appunto attraverso le tecniche della performance teatrale che consistono nell’indossare il personaggio, assumerne l’identità su di sé e provare ad agire come farebbe quel personaggio. Abbiamo così immaginato le loro storie o biografie ipotetiche, che cosa era successo loro nel passato, cosa si aspettavano nel futuro, e lentamente abbiamo costruito piccole trame di storie che man mano sono andate intrecciandosi.

Abbiamo scritto, disegnato, fatto foto.

Parallelamente abbiamo portato avanti un tentativo di collegamento del laboratorio tra dentro e fuori la comunità (comunicazione e promozione), in particolare in due direzioni:

1: coinvolgimento nel lavoro delle ragazze e dei ragazzi del laboratorio teatrale dell’IIS Raffaello di Urbino, tenuto dalla sottoscritta, al fine della realizzazione di un cabaret on-line, svoltosi sulla piattaforma Zoom (11/febbraio/2021) per ovviare alle questioni di sicurezza e salute imposte dal Covid-19, che prevedeva l’alternanza di pezzi fatti sia dai ragazzi del Raffaello che da quelli della Comunità. Questo è stato un momento di grande condivisione, entusiasmo e apertura e ha teso già un piccolo filo di lavoro tra due realtà che potrebbero continuare a frequentarsi.

2: Investimento del lavoro di co-costruzione tenutosi nell’ambito del laboratorio della Comunità nell’elaborazione del progetto BLUE HOUSE, con il quale la sottoscritta è stata selezionata nell’ambito del bando MARCHE PALCOSCENICO APERTO, i mestieri del teatro non si fermano promosso da AMAT e Regione Marche. In questo contesto i partecipanti del laboratorio hanno partecipato all’elaborazione e alla presentazione del video e del progetto in un incontro tenutosi online, insieme a critici, addetti ai lavori, altri partecipanti al progetto e pubblico. (7/maggio/2021)

Il laboratorio è stato inoltre spazio di elaborazione di materiale fotografico, videografico, visivo e poetico utile alla documentazione del progetto e del processo creativo.

In questo momento il laboratorio vive ancora un’atra fase, perché l’idea sarebbe quella di portarlo fuori dalla comunità, dentro un progetto di centro di aggregazione giovanile, al centro della città di Cagli (PU), comune in cui si trova appunto la comunità. Per ora siamo in un momento organizzativo di questa fuoriuscita. La settimana precedente il natale il laboratorio ha preso parte al convegno l’APPENINO ə GIOVANə, durante il quale, dopo gli interventi verbali delle e dei progettisti, abbiamo invitato le persone presenti a sperimentare il lavoro pratico e ciò ha fornito tanto materiale su cui riflettere, ragionare e immaginare anche ai progettisti, al fine di immaginare pratiche di costruzione di comunità che cerchino una maggiore coesione tra chi immagina gli interventi e chi li fruisce.

Modalità di verifica

Nel laboratorio teatrale non ci sono veri e propri strumenti di verifica e valutazione finale, ma se il lavoro va, quello che accade è che ci si accorge di qualcosa che succede tra i presenti: una qualità di attenzione, una presenza che si manifesta laddove prima c’erano distanza e disinteresse, una parola detta, uno spazio preso, una scrittura che nasce in un contesto di improvvisazione e poi, quando incontriamo chi sta fuori dal gruppo, gli “spettatori partecipanti”, la qualità dell’energia che passa in quella relazione di un’ora un’ora e mezza, la loro disponibilità a venire con noi, ad ascoltarci a creare a loro volta. Questo è quello che ci permette di sentire la temperatura di quello che stiamo facendo. Tutte cose minime, che facilmente passano senza avvertimento, alle quali bisogna rendersi sensibile e fare lo sforzo di raccontare.

P.S. Per quanto riguarda il punto successivo delle foto, trattandosi di minori psichiatrici in comunità dobbiamo capire bene insieme come organizzarci con le foto perciò riserverei la trattazione di questo argomento ad un momento successivo. Rimango in ogni caso a disposizione per qualsiasi cosa

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